

Laboratorio sul canto popolare siciliano con tamburelli, marranzani, castagnette
e un momento di danza tradizionale siciliana.
A cura di Matilde Politi e Simona Di Gegorio.
Cantare, come danzare, prima della tecnica, prima di essere forma d’arte, sono atti spontanei dell’uomo, che hanno origine da un moto interiore, da uno spostamento dell’equilibrio emotivo.
Se sei felice, ti vien voglia di cantare.
Se sei triste o disperato, hai bisogno di lamentare.
Così la natura ha predisposto: si tratta forse di trasformazione della materia, in questo caso energetica, in vibrazioni sonore che agiscono sul mondo circostante, e di rimando anche sul soggetto che canta. Così l’uomo sconfina dal suo essere fisico e muove ciò che lo circonda. Ma bisogna che il corpo sia pronto a lasciare agire gli impulsi interiori, come uno strumento pronto a vibrare esso stesso per risuonare all’esterno.
Il passo successivo è unirsi ad altri per creare un organismo unico che canta e vibra, non raddoppiando così, bensì moltiplicando la potenza dell’impatto, interno ed esterno.
Nella tradizione orale siciliana, ricchissima di stili soprattutto per quanto riguarda il repertorio vocale, il canto corale rappresenta un ambito poco valorizzato, e ormai caduto in quasi totale disuso.
La sua varietà e ricchezza richiama a un mondo culturale ormai scomparso, che ci ricorda valori difficili da trovare nella contemporaneità: la gioia del fare comunità, del condividere le emozioni collettive, le fatiche, i dolori, attraverso il canto, l'intrecciarsi delle vibrazioni intorno a delle forme condivise che lasciano sempre spazio alla creazione individuale.
Una formula quasi perfetta di interazione positiva, di fare collettivo efficace.
Da anni Matilde e Simona lavorano al recupero e alla diffusione di questo repertorio di grandissimo valore, e molto vario, proponendo alcuni esempi tra i vari stili polivocali tradizionali in Sicilia, in Italia e all'estero.
Alcuni tra i canti che verranno proposti nel laboratorio, la chianota, arcarisa, ruggeri, barcillunisa, baccialunisa, canti religiosi, e mottetti.
COME SI ARTICOLA IL LABORATORIO
Dopo un momento iniziale dedicato alla preparazione fisica, alla ricerca dell’organicità della postura e dell’emissione vocale, per arrivare al canto come espressione individuale, vengono approfonditi alcuni canti del repertorio tradizionale siciliano, per sperimentarne le differenti modalità di emissione vocale e la tipicità dei moduli melodici.
Nel laboratorio facciamo uso dei marranzani, tamburelli e castagnette per creare degli accompagnamenti ritmici ad alcuni canti, in maniera da far conoscere le tecniche specificamente siciliane di questi strumenti.
Infine, vengono sperimentati i passi di una danza popolare siciliana, il ballittu.